Un istante di luce, un eterno ricordo
La Gioconda
La Gioconda

La Gioconda

Sono stato recentemente a Parigi per una breve vacanza di tre giorni. Era la mia quarta volta nella capitale francese, e in nessuna delle precedenti occasioni ero riuscito a visitare il Louvre. D’altronde, una delle cose che più mi piace di Parigi è girare per le strade senza una vera meta, osservando i palazzi, la gente per strada, l’attività sportiva e artistica che si sviluppa sulle rive della Senna…insomma, ritagliarsi del tempo (e soprattutto, quanto tempo?) per visitare i musei è sempre un punto dibattuto nelle vacanze brevi, e questa volta non faceva eccezione.

Avendo deciso di visitare il Louvre ad ogni costo, ho chiesto consiglio a più persone su come sfruttare al massimo l’esperienza in due ore, e le risposte che ho ricevuto sono state che la sua vastità e le numerosissime opere esposte richiedevano almeno 3 – 4 ore di tempo per visitarlo “come si deve” (qualcuno suggeriva anche una giornata intera), ma avendo a disposizione tre giorni scarsi le opzioni si riducevano a: 1) guardare in fretta quanto più possibile, oppure 2) focalizzarsi su poche e selezionate opere (o aree). E’ così che al termine dell’ora abbondante di fila per fare il biglietto sono andato dritto alla sezione della pittura italiana per osservare dal vivo una delle opere più famose del mondo: la Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

Da un punto di vista fotografico non avevo nessuna ambizione. Non sono un fan delle foto alle opere d’arte, e piuttosto che fare foto ai quadri (probabilmente uguali a milioni di altre foto scattate da altrettanti fotoamatori), preferisco spegnere la macchina fotografica e osservare le opere che mi circondano.

Tuttavia questa volta, forse perchè era la mia prima volta al Louvre, ho tenuto la macchina fotografica al collo pronta allo scatto perchè alcuni particolari hanno catturato la mia attenzione dal momento in cui sono entrato, a cominciare dalle indicazioni (con cartelli dedicati) per raggiungere la Gioconda da qualunque punto del museo, molto più evidenti rispetto alle oltre 300.000 opere sparse nelle varie sezioni del museo.

Ho immaginato che la sala in cui era esposta la Monna Lisa doveva essere piena di gente al punto da dover fare la fila per vederla, e che forse era proprio questa la cosa più interessante della Gioconda in questo momento: l’incredibile insieme di persone, braccia alzate, smartphone, reflex più o meno professionali, cavalletti e selfie stick alzati all’unisono per catturare il sorriso beffardo della Gioconda.

La foto in evidenza (in cima a questo articolo) è stata scattata in quell’istante: quando ho capito che aveva molto più valore (per me, si intende) catturare il senso di frustrazione e delusione che ho provato in quel momento, e che non sarebbe stato possibile avvicinarmi per più di qualche secondo al quadro senza essere schiacciato dalla folla o sovrastato da altre persone. Non c’era cattiveria nelle altre persone, era piuttosto un “caos ordinato” quello che stavo vivendo. Ho avuto la sensazione che tutti in quella sala fossero venuti per scattare la stessa foto, per dire “anche io l’ho vista”, come se fosse una star del cinema sul red carpet. La frenesia e la foga con cui il pubblico reclamava il proprio turno per la foto di rito mi ha convinto ad allontanarmi e riprendere proprio l’assurdità di quel momento che non mi sarei mai aspettato (o almeno non in questa forma!).

Nonostante tutto, dopo aver visitato altre sezioni di pittura e scultura con più calma, e terminata la visita al museo (e al percorso obbligatorio di uscita ormai pieno di negozi), sono uscito dal Louvre contento dell’esperienza e con la certezza che serve davvero una giornata intera per vederlo bene :).

Potete trovare la foto della Gioconda, e altre foto di Parigi scattate durante questa vacanza, nelle gallerie di giuliolambert.com.

A presto!

Giulio

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